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lunedì, marzo 05, 2012

"... quest'è l'immagine..."

S'è parlato di ascolto, della capacità di udire, di sviluppo uditivo, ecc. Approfondiamo. Cos'è un ascolto? E' un riconoscimento. Se io non ho mai sentito il suono di un clarinetto, sentendolo non posso dire: ecco, è il suono di un clarinetto! Infatti, per esempio, a scuola si compiono ascolti "guidati" dove, per esempio con "Pierino e il lupo" di Prokofiev, si impara a riconoscere alcuni strumenti. Questo è legato a un "macro" ascolto, cioè timbri e percezioni particolarmente contrastanti (differenza tra un violino e un una tromba e un flauto...); già più difficile può essere riconoscere un clarinetto in si bemolle da un clarinetto in la, o un clarinetto piccolo in mib o un clarinetto basso! Qui si entra già in un ascolto più fine, ma se poi entriamo in sottigliezze come le posizioni, o l'intonazione, allora ci sarà un mondo di persone del tutto impossibilitate a riconoscere le differenze, o, peggio, che possono ritenere negativo ciò che per l'artista consumato o l'esperto sono invece cose eccellenti. Questo perché chi svolge l'attività concreta e pratica, giunge a formarsi un'immagine nella coscienza di un determinato suono, che sarà la "Pietra del paragone" con altri suoni analoghi. Nel canto questa immagine è ancora più radicata rispetto ad altri strumenti, perché ci coinvolge al 100%, mente e corpo (chi fa, sottolineo, non chi ascolta semplicemente!). Naturalmente non è detto che l'immagine sia quella dell'esemplarità, anzi di solito non lo è, però spesso ci se ne rende conto, perché la fatica, la "contorsione" muscolare che ci coinvolge nell'emissione ci mette in condizione di riconoscere che non si tratta del migliore suono possibile, ma altrettanto spesso non è così, cioè lo si considera egualmente valido, ma questo è il famoso "nodo" della purezza della coscienza. Se ci sono le condizioni, o se qualcuno riesce a mettermi in quella condizione, ecco che io posso umilmente rendermi conto di sbagliare e di pormi quindi su un cammino di consapevolezza attiva, che tramite maestri o anche da me stesso (rarissimamente), potrò raggiungere alti livelli artistici. Se quelle condizioni non ci sono, io posso ragliare e ritenere che il raglio sia il suono giusto, e tutti gli altri suoni siano spazzatura. E' ciò che avviene ogni giorno, e purtroppo il basso livello di coscienza è solitamente anche il più violento e autoritario. A questa situazione non possiamo porre alcun rimedio, perché queste persone hanno un freno e molto molto difficilmente si lasciano convincere a mettersi in discussione e rivedere le proprie posizioni. Quando queste persone, poi, assumono posizioni dominanti, come critici, giornalisti (radio e/o tv, magari), direttori artistici, agenti, o anche semplici cantanti che poi insegnano, fanno masterclass, scrivono libri, ecc., i pericoli di degrado e di decadenza si fanno molto più vistosi, come purtroppo stiamo vivendo, perché la comunicazione, che rappresenta senz'altro un grande passo avanti della civiltà, in questo campo si manifesta come una temibile arma in mano all'ignoranza, alla brutalità e alla disinformazione, e spesso anche chi crede o pensa di portare acqua al mulino della bella e libera arte, non si rende conto di far danni. Ci vorrebbe un po' più di accortezza e cautela prima di scrivere... (questo vale anche per me!!).

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