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domenica, marzo 11, 2012

Non è vero, non ci credo! - primo step

Una scuola che non sia settaria, che non faccia dogmatismo, che non idolatri miti per pura fede, è giusto, indispensabile, che metta in discussione quanto essa stessa propugna e cerchi di minare anche le basi di tutto l'edificio su cui si fonda. E' un po' come le banche e le grandi organizzazioni che assumono pirati e abili manipolatori informatici per mettere alla prova le misure di sicurezza. Giustamente qualche esterno alla nostra scuola può dire: ma chi lo dice che le cose stanno come dite voi? che quest'istinto sia davvero la causa dei problemi e delle difficoltà che rendono così lungo e impegnativo lo studio? Alcuni, forse con una certa dose di ironia, dicono che se l'istinto avversasse davvero il canto, quando si canta a lungo ci si ammelerebbe. Oppure si dice che quando l'istinto ci "attacca" entriamo in una fase di difficoltà e ansia, mentre il canto ci dà gioia ed euforia. Beh, ovviamente chi segue con curiosità e serietà questa blog, e ha letto i post del 2006, conosce i fondamenti della nostra disciplina e certe domande non è portato a farle, quindi la nostra risposta è indirizzata soprattutto ai superficiali, ai prevenuti, ai diffidenti che, letti 2 o 3 post a caso, subito si lanciano in giudizi e affermazioni negative. Però gli approfondimenti e le precisazioni sono sempre utili a tutti; sono sempre aperto alle critiche e il dubbio è legittimo, credo sia molto più errato l'incensamento gratuito, il settarismo. A me sinceramente i complimenti osannanti danno solo imbarazzo. Semmai il riconoscimento di dire cose corrette, di fare un buon lavoro pratico e di aver aiutato qualcuno a uscire da una situazione non facile. Chiusa la parentesi veniamo alle spiegazioni.
L'istinto cui facciamo riferimento noi, ovviamente non è e non può essere di tipo "immunitario", non c'entra niente; la difesa che mette in atto l'istinto nel canto è di tipo fisico-emotivo, quindi anche psicologico. L'istinto ha una doppia funzione: permettere il funzionamento "automatico" del nostro corpo (tipo battito cardiaco, digestione, ecc), compresi i sensi, e proteggerlo da pericoli (i pericoli da cui lo protegge sono quelli assimilati nel corso di milioni di anni, fin dallo stato cellulare, e quelli che si apprendono nei primi mesi di vita), ma anche proteggere sé stesso. Essendo un "programma" di protezione, se qualcosa o qualcuno cerca di "commutarlo", cioè cambiarne, anche parzialmente, la funzione, potrebbe mettere in pericolo la vita del soggetto, per cui è logico che egli si ribelli. Quando noi utilizziamo il fiato non per ciò a cui è fisiologicamente preposto, cioè l'ossigenazione del sangue e il sostegno del busto, è, credo, abbastanza evidente che debba ribellarsi. Abbiamo già fatto riferimento al fatto che anche il solo mantenere l'apnea per diversi secondi comporta una reazione. Tutte le reazioni sono commisurate: fare generalizzazioni è sbagliato, ci possono servire delle analogie a mo' di esempio, ma ribadisco che ogni azione dà luogo a reazioni diverse anche da soggetto a soggetto. Distinguiamo le azioni che possono rientrare in azioni necessarie all'uomo per motivi di difesa da quelle non necessarie. Lo sport apparentemente può ritenersi un'attività ricreativa, ma sappiamo che tutte, o quasi, queste attività partono da necessità dell'uomo, soprattutto quello "preistorico": correre, tirare frecce, saltare, ecc. Il nostro corpo è pertanto predisposto a queste attività e quindi non le avversa. Essendo l'istinto pigro e inducendo l'uomo e i suoi organi al minor dispendio possibile, essi subiscono perennemente una sorta di riduzione (come capita a una gamba quando viene ingessata, o al fiato di notte), ma possono tornare rapidamente in piena forma dovendo servici a vivere. Altre attività non sono o non sono considerate necessarie, dunque l'istinto le avversa e basta! Giustamente l'interlocutore scettico dice: ma come è possibile superare l'istinto? L'obiezione è azzeccata, perché effettivamente l'idea che abbiamo di istinto è quella di un sistema insuperabile, proprio perché vitale, e la nostra stessa mente, in parte controllata dall'istinto, ci induce a pensare così. Leggendo il blog sul "pesce primordiale" già questa cosa dovrebbe essere comprensibile. Se non esistesse insita nella natura la possibilità, seppur eccezionale, di superare l'istinto, non esisterebbe l'evoluzione, perché ogni specie non potrebbe accedere a quel "passo avanti" che determina la nascita di una nuova specie. Anche nell'uomo esiste questa possibilità, e con maggior cognizione di causa rispetto alle altre specie, che lo fanno solo per superare un pericolo di estinzione. La possibilità di accedere a una condizione non prevista e/o avversata dall'istinto esiste perché è potenzialmente in noi! I sensi non sono "finiti", le condizioni ambientali possono cambiare anche improvvisamente, quindi nell'uomo devono esistere, ed esistono, condizioni di adattamento che possono andare contro o oltre i nostri sensi attuali. Il nostro fiato non prevede, in questo tempo e ambiente, una condizione tale per cui sia o debba essere "alimentazione dello strumento vocale umano"! La stessa laringe è solo marginalmente da considerare strumento musicale, e questo attiene alla necessità, solo dell'uomo, di fare musica. Il parlato è necessario alla vita di relazione dell'uomo, ha contribuito alla selezione della specie, ed è fissato nel DNA. Non è da confondersi la necessità del parlato con quella del canto, che è una condizione diversa. Il canto, non quello "leggero", ma quello artistico, richiede un impegno e un uso così specifico e complesso del fiato, da mettere in profondo allarme l'istinto e indurne la reazione, che in alcuni può essere fortissima, in altri più blanda. La prima e fondamentale caratteristica che deve possedere l'aspirante cantante per poter raggiungere un risultato artisticamente valido, è quella di avere una fortissima esigenza interiore, una spinta, una passione che è la prima chiave per poter sperare di superare la barriera dell'istinto. Adesso faccio una piccola pausa, per non fare un post troppo lungo, e ritorno alle critiche degli scettici, con un secondo post che vuole indagare come si studia il canto normalmente, col chiedere quindi i perché di deteriminate situazioni e, in ultima analisi, cos'è la tecnica del canto.

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