Allora, per chi riesce ancora a seguirci, veniamo al punto forte, cioè il superamento dell'istinto. L'istinto è una sorta di "programma" che risiede in alcune parti del nostro cervello, comanda alcuni impulsi nervosi e le emozioni. Le emozioni non sono che pulsioni rimaste in una memoria fissa, che si tramandano col dna: la paura (con le sue numerose sfumature), la necessità di scappare, di aggredire, la sensazione di rimanere esclusi, la gioia, ecc., sono tutti aspetti legati alla nostra infanzia di esseri viventi (milioni di anni), di uomini (centinaia di migliaia di anni), e di soggetti concreti (pochi anni). Questo "programma" risiedendo nel cervello ed essendo molto "veloce", più della neocorteccia, la parte più attuale ed elaborante, riesce a bloccare e aggirare alcune azioni e alcuni pensieri che ritiene "pericolosi" per sé stesso e per la nostra esistenza. Come ho già spiegato, il nostro istinto ci induce a sprecare meno risorse possibili, per cui noi siamo già portati naturalmente a ritenere che c'è un limite insuperabile a ogni nostra azione. E' poi vero che popolarmente si dice che con la volontà ogni limite è superabile, ma in genere non ci si crede, perché superare l'istinto può rappresentare un pericolo, e inoltre richiede e implica un impegno mentale e fisico che esso non tollera. Per cui è più facile pensare che alcuni riescono perché sono fenomeni e stop. Difficile pensare di imitarli (o li si imita "pedestremente", senza poter sondare le cause che permettono di esibirsi a quel livello) o che sia possibile raggiungere quello stesso livello. Veramente i bambini questo limite non lo avvertono, e credono di poter far qualunque cosa (questo fino verso i 12/13 anni). Non per nulla i più grandi artisti, in genere, hanno iniziato assai presto la loro attività, come musicisti, ballerini, pittori, scultori, ecc. Nell'ambito del canto, i castrati. Il cantante "moderno", cioè dell'era attuale, inizia lo studio dopo i 16 anni, cioè già in piena adolescenza, se non dopo ancora, e quindi è già entrato nella fase in cui ritiene difficile superare il limite. Noi non possiamo immaginare come sarà la nostra voce "esemplare", perché è una sensazione sconosciuta. Grazie a una guida, o, eccezionalmente, seguendo un esempio eccezionale (ammesso che siamo in condizione di riconoscerlo), noi possiamo fornire alla mente nuovi dati ottenendo, con la nostra voce, un risultato inaspettato. Quando noi riusciamo a ottenere un risultato migliore di quanto ci aspettiamo, proiettiamo la mente oltre l'intenzione, oltre quanto ci è dato sapere, per cui spostiamo il limite. Se ci fidiamo della nostra guida o delle nostre intuizioni, questo limite si può spostare fino al limite estremo, cioè quel "non oltre" che ci permette il miglior risultato ottenibile con i nostri mezzi umani. Questo limite però non è più assoggettato all'istinto, è solo più un limite fisio-anatomico, un nuovo senso, che non necessita più di continuo allenamento, perché non esiste più la causa che crea tutte quelle difficoltà e che i cantanti devono tenere sotto controllo, perché altrimenti l'istinto si "riprende" in quanto non necessario. L'istinto, per essere superato, deve essere ingannato e aggirato, non assecondato! Se io canto perennemente forte, sì che ne mitigo la reazione, ma intanto faccio assegnamento sul fisico, che non potrà essere tonico per tutta la carriera, salvo eccezioni, per cui nella fase di apprendimento dovrò far leva sul canto piano e pianissimo, sussurrato, sull'agilità (avete notato che le voci molto agili e che mantengono l'agilità per tutta la carriera, durano più a lungo?), sulla parola. La sola parola è già in grado di educare una voce a livelli straordinari, perché il nostro istinto tollera il parlato come una necessità, e dunque estendendolo il fiato si educherà di conseguenza. E' però un tipo di disciplina troppo univoca e impegnativa per la mente e il corpo, quindi è più prudente e saggio passare anche attraverso altri tipi di esercizio, che diano anche più soddisfazione all'apprendista cantante. Quando, un bel giorno, ci si accorge che il suono si forma pressoché autonomamente fuori della bocca praticamente senza volontà, senza impegno, ci si porrà anche l'interrogativo: ma come è possibile? cioè, nonostante tutto quanto sappiamo, appare quasi un miracolo che un suono bello, ricco, fluido, rotondo, possa scaturire con una semplicità paragonabile al parlato, almeno per oltre metà della propria gamma, e appena poco di più nella zona acuta. Quando ciò avviene, e sappiamo che non è un caso, ecco che nasce una gioia e una consolazione straordinarie, che non ha prezzo. Si vorrebbe portare tutti con sé in questo regno sconosciuto, ma non è possibile, perché, come nel labirinto, la maggior parte non vuole, non ci crede, non si fida, e questo, ancora una volta, è dovuto al nostro istinto, che ci crediate o no!
Suol dirsi che chi segue una strada sconosciuta fa un salto nel buio, ma l'Arte è esattamente l'opposto: un salto nella luce:
E l'onda di luce infinita m'invade
Mi prende e mi porta
Al di fuori del tempo.
Dall'onda contemplo l'immenso
Che chiaro m'appare.
[M. Antonietti]
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