Translate

domenica, gennaio 30, 2011

Banalità...

Stavo riflettendo: se una persona del tutto digiuna di canto leggesse qualche commento su questo argomento e vedesse scritto: "canto sul fiato", potrebbe chiedere: "perché, con cos'altro si può cantare?". La domanda è talmente ovvia da risultare imbarazzante. Eppure viene utilizzata con gran pompa da gran parte degli insegnanti... (indipendentemente dai risultati). Ma la curiosità dell'estraneo può non finire qui! Cosa significa: cantare "sul" fiato? è forse possibile che il suono o la pronuncia possano essere divisi dalla corrente aerea? E nuovamente la risposta è: assolutamente no!
Cosa possiamo dire in proposito?
Beh, è abbastanza semplice: il fiato, quel fiato che quando noi espiriamo semplicemente esce senza alcun ostacolo, nel canto incontra prima di tutto la laringe e le corde vocali, e questo ostacolo rompe il flusso aereo, e quindi abbiamo la gola e mille altre possibili interferenze che impediscono quel risultato finale, che definiamo canto sul fiato, che è paragonabile all'emettere semplice fiato.
Analogamente, la pronuncia viene eseguita dall'apparato articolatorio, che è l'insieme di ossa, cartilagini, muscoli e mucose che compongono lo spazio oro-faringeo, che con i propri movimenti è in condizione di comporre i numerosi fonemi di cui siamo capaci; ancora una volta il fiato viene "rotto" e costretto a percorsi impropri; questo fa sì che la pronuncia venga avvertita in bocca, più o meno indietro, ma la verità è che essa è parte integrante del suono, e quando il suono sarà davvero provocato dal flusso aereo, la pronuncia starà "dentro" lo stesso, e sarà avvertita come "sopra", ma solo perchè libera e più leggera rispetto a quella avvertita normalmente in bocca.

Aggiungo: quando noi parliamo, la nostra voce non la sentiamo forse "fuori" di noi? Questo è assolutamente normale; e allora perché, invece, il canto vorremmo interiorizzarlo?

Nessun commento:

Posta un commento