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sabato, gennaio 29, 2011

L'insostenibile leggerezza del Belcanto

Ebbene sì, questa frase, citazione di un celebre romanzo, dà proprio il quadro di una condizione peculiare del canto sul fiato e ancor più del belcanto dell'antica scuola italiana che noi perseguiamo. La leggerezza del canto sul fiato, apparentemente vuoto, che alla base, cioè nel percorso interno, non sembra acquisire corpo, timbro, potenza, e che quindi appare di una leggerezza impalpabile, può risultare "insostenibile" per due ragioni: una di ordine psicologico, perché è molto difficile da accettare, ritenuta impossibile, ma anche sul piano fisico, perché mentre sembra incomprensibilmente esile nel centro, fatti pochi semitoni si manifesta come peso incredibile per il nostro diaframma, che la rifiuta con reazione fisica, finché non sarà superata grazie all'esercizio, ma ancora in modo emotivo-psicologico, che porterà il soggetto a togliere pronuncia e posizione per ridurne la pressione. Vale appena la pena ripetere per l'ennesima volta che in realtà ciò che non "sembra", in realtà si manifesta in tutta la sua potenzialità fuori del nostro corpo, e timbro, e intensità potranno scatenarsi quando si riuscirà a evitare qualunque resistenza e vincolo muscolare e parlare NEL fiato, come fosse solo un pensiero, senza alcun movimento.

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