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sabato, gennaio 22, 2011

Primo esempio

Inizierò a esemplificare con una semplice aria antica: "O cessate di piagarmi", di A. Scarlatti.
Queste arie in origine avevano poche indicazioni, poi i revisori, tipo Parisotti, le hanno infarcite di segni, perlopiù discutibili. Non ne terremo conto.
Il testo:
"O cessate di piagarmi, o lasciatemi morir, o lasciatemi morir.
Luci ingrate, dispietate, luci ingrate, dispietate,
più del gèlo e più déi marmi
frédde e sórde a' mièi martir
frédde e sórde a' mièi martir.
O cessate di piagarmi, o lasciatemi morir, o lasciatemi morir."

Esiste anche una seconda strofa, non presente nel Parisotti, che magari posterò in seguito.
Ricordo, a proposito di accenti, che ho indicato, che le "e" e le "o" su cui non cade l'accento tonico, vanno pronunciate con accento acuto: ad es. céssate.
La O iniziale è anch'essa da pronunciare con accento acuto, cioè "chiusa".
Curare la pronuncia della doppia S e della SC.
Il brano è costruito con schema ABA. E' logico supporre che il punto massimo cada verso la fine della sezione B. Il compositore mette in campo del materiale, che elabora, dopodiché inserisce materiale nuovo, che fa aumentare la tensione del brano, che raggiunge il suo picco, dopodiché torna a "casa".
La prima frase porta verso la "A" di piagarmi. Dunque si deve evitare di isolare la O, il "cessate" e il "di", come fossero parole a sé stanti; in un certo senso dovremmo legare il tutto come fosse un'unica parola: ocessatedipiagàrmi, dove l'accento principale cade sulla A; inizieremo piano e cresceremo fino a quella A, dopodiché dobbiamo diminuire per evitare di accentare il "mi" (senza togliere sostegno, ovviamente). la "O" della frase successiva dovrà partire esattamente con la stessa intensità che ho prodotto nel "mi", per non spezzare la continuità. Esiste la virgola, dunque è possibile respirare dopo la prima frase, ma può risultare inopportuno dopo solo due battute, però è meglio un respiro che una legatura che tolga il senso della risoluzione. La seconda frase è infatti la "risposta", e risolvendo la prima, in cui la tensione cresceva, questa andrà a diminuire (diciamo "a meno"). La difficoltà consiste nel salto discendente si-re#: "lasciatemi". Per risolverlo correttamente occorre appoggiare, con perfetta pronuncia, lo "SC", senza accentare troppo la A. Qui annotiamo uno dei problemi più comuni e frequenti nella scrittura musicale: lo scambio di accento musicale con accento testuale: il "mi" di "lasciatemi" (dunque il punto più debole della parola) cade sul battere, dunque sull'accento musicalmente forte. In questo caso, come già nella prima frase, la scansione, vero e proprio fraseggio, è da individuare in un arco di due battute; quindi puntare sulla "I" di "morir". A questo punto eccoci di fronte alla "ripetizione". Sia musicalmente che testualmente l'ultima frase viene replicata. Un'esecuzione identica toglierebbe ogni valore musicale. Ma come va "orientata" questa ripetizione? La domanda da porci è se la tensione sta aumentando o diminuendo, e dunque come posso valorizzarla. In questo caso la tensione aumenta puntando alla sezione B che sta per inaugurarsi, dunque l'esecuzione andrà fatta con una intensità leggermente maggiore, pur concludendo sempre in "piano".
Il B, si presenta come una progressione "a terrazze". La prima e la seconda frase, testualmente uguali, si presentano melodicamente simili, ma a un tono di distanza. Qui c'è una sensibile crescita di tensione, perché un movimento di un tono armonicamente (da fa#7 a sol7), è fortemente tensivo (5 quinte sotto). Legare le parole puntando alla "A" di "dispetàte", leggera diminuzione sul "te" finale, riprendendo la seconda frase con la stessa intensità raggiunta, con un crescendo, sempre sulla stessa "A", ma con maggiore intensità (vien da sé che aumentando il tono anche l'intensità aumenterà leggermente). La terza frase aumenta ancora di un tono melodia e armonia e la tensione aumenta ancora, puntando a questo punto indiscutibilmente verso il punto massimo, che si trova nella quarta frase (esattamente sulla O di "fredde e sorde"). La terza frase "più del gèlo e più dei marmi" dovrà costantemente aumentare d'intensità (solo una leggera diminuzione sul "mi" finale di "marmi") e puntare direttamente alla O di "sorde", che è la nota più acuta del brano e dovrà anche risultare la più forte. A questo punto nuovamente una ripetizione, sia musicale che testuale. Questa rappresenta la risoluzione del B, dunque l'intensità andrà sensibilmente diminuita. E' iniziata la fase esplicita. Siamo alla ripresa. Guardando al p.m., la prima frase potrà essere eseguita con maggiore intensità di quanto si fece all'inizio, andando a chiudere, sulla ripetizione della seconda frase, in pianissimo e con leggero ritenuto.
Ecco, questa è un'aria breve e di semplice struttura; non ho scritto certo tutto, ma le cose principali, per quanto durante lo studio non è detto che si debba analizzare in modo così pignolo; a volte un'esemplificazione è più chiara di tante parole.

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