Insegnare il canto non sarebbe così difficile se chi lo insegna avesse cognizione delle cause che determinano i difetti; viceversa la maggior parte di essi si accontenta di applicare o studiare tecniche che consentano di aggirare o far sembrare eliminati i sintomi, cioè i difetti stessi, ma non è mai così. E' come se vedendo una macchia sulla pelle noi ci accontentassimo di stenderle sopra un po' di fondotinta, senza esaminare e andare a capire le motivazioni della sua comparsa. Per un po' tutto sembrerà a posto, e in qualche caso potrebbe anche non succedere più niente, ma in altri casi la macchia riapparirà e si aggraverà. Analogamente nel canto molti giovani sembrano cantar bene, a orecchie non educate, ma fatalmente dopo qualche anno subentrano le difficoltà, la decadenza e la fine prematura.
Ho letto in questi giorni interventi di persone che dall'alto di carriere o nomi altisonanti, ma in verità assai modesti, sputano sulla didattica del canto azzeccagarbugliando di "prendere un po' da tutti", e superficialità simili. Comprendo benissimo che quanti hanno avuto delusioni possano essere indotti alla sfiducia e a far di tutt'erba un fascio, ma questo è un atteggiamento mediocre. Anche io quando conobbi il M° Antonietti ero in un momento negativo, pessimistico, ed ebbi dubbi a iniziare un percorso con lui, ma questo fu di aiuto, perché quando mi resi conto della sua bravura non potevo assegnare quella fiducia ad altre cause. Ma un cantante già affermato che fa simili dichiarazioni è squallido e dovrebbe tacere. Per non parlare di mediocri cantanti che hanno solo il merito di portare un cognome importante fare dichiarazioni su spirito e materia che denotano solo una totale assenza di capacità cognitive. Parlano per aver letto libri o articoli. In Arte nessuno può permettersi di parlare e fare dichiarazioni solo per aver letto libri o sentito dischi o insomma ritenendo di aver assimilato in via teorica dei concetti, o anche dopo un modesto, limitato, percorso tecnico. O la si è conquistata, e allora si sa di cosa si parla, oppure no, allora è meglio far domande e porre quesiti, invece di dare risposte senza fondamento.
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