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domenica, ottobre 09, 2011
integrazione: le vocali "chiare"
Mi son reso conto che ho un po' trascurato, parlando della A e della O, del loro colore chiaro. Nel caso della O, in particolare, ho omesso di specificare che la dizione italiana prevede due possibili emissioni: la ò, scura o larga o grave, e la ó, cui avevo peraltro fatto cenno indirettamente; però la O chiara non è esattamente la stessa cosa. Per essere più precisi, queste due vocali possono essere emesse mediante una postura verticale, che inducendo una maggiore apertura orale prevede maggior spazio, e quindi colore più scuro, oppure una postura orizzontale, simile alla E. Questi atteggiamenti, non solo sono possibili ma utili e necessari nel canto (parlando del chiaro soprattutto nel cosiddetto canto "a fior di labbro"), sono peraltro poco consigliabili nel primo periodo educativo, anche se conviene comunque esercitarlo soprattutto nelle prime semplici ariette. La A chiara, cioè emessa "sul sorriso", ritengo sia invece una vocale da esercitare di quando in quando anche nel vocalizzo, perché induce un pensiero importante, e cioè, come già all'opposto della E "larga", essendo abituati a pensarla a bocca aperta, risulterà difficile, e per qualcuno al limite dell'impossibile, riuscire a dirla in questa postura. Eppure, parlando, sono molto più le volte che la si fa chiara che a bocca aperta. Dunque anche questo è un bell'esercizio mentale quello di togliere il meccanismo fisico e capire che la pronuncia dipende dal fiato. Trattandosi di una vocale chiara, essa non richiede affatto tutto quello spazio che siamo portati a darle, perlomeno nel centro (in acuto si, sempre); infatti risulta poi interessante passare dall'una all'altra senza sensibili cambiamenti di colore o dizione.
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